Pensione in Madagascar

PENSIONE IN MADAGASCAR

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Pensione in Madagascar, conviene? Scopriamolo assieme.

PENSIONE IN MADAGASCAR: LA PENSIONE ALL’ESTERO PER I PENSIONATI ITALIANI

Le prestazioni del sistema pensionistico italiano vigenti alla fine del 2020 erano 22.717.120, per un ammontare complessivo annuo di 307.690 milioni di euro (13.544 euro medi ossia circa mille euro al mese lordi x 13 mensilità).
Negli ultimi anni si è sparsa la voce che trasferirsi all’estero, da pensionati, permetta di ricevere la pensione senza imposte italiane.
Questa informazione, vera solo in parte e non per tutte le categorie di pensionati ha provocato la corsa spesso inutile e senza risultati da parte di tantissimi pensionati italiani.
Pensionati che in Italia stentano ad arrivare a fine mese con mille euro al mese hanno sognato di vivere bene a Malta , in Tunisia, Portogallo, alle Canarie o in Thailandia.

Articolo a cura dello Studio Legale Avvocato Bertaggia di Ferrara→.

PENSIONE IN MADAGASCAR: I PENSIONATI PUBBLICI

Innanzitutto facciamo una prima distinzione tra pensionati ossia gli ex dipendenti pubblici già a gestione INPDAP e tutti gli altri del settore privato a gestione INPS e precisiamo che attualmente sono solo quattro, e tutti extracomunitari (Tunisia, Australia, Cile e Senegal), i Paesi esteri dove il pensionato italiano, ex dipendente pubblico, in base alle convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali, può ricevere la pensione al lordo del prelievo fiscale Irpef con il solo trasferimento della residenza.

PENSIONE IN MADAGASCAR: LE PENSIONI ESTERE. IL CASO DELLA TUNISIA

Illustriamo in dettaglio il caso della Tunisia e precisiamo che chi si trasferisce in Tunisia effettivamente può ricevere ivi la pensione pari al lordo in Italia ossia senza tasse e tale importo in Tunisia viene poi tassato solo per il 20% quindi con una franchigia dell’80%.

Da sottolineare che, rispetto alle agevolazioni fiscali per i pensionati di altri Paesi, la Tunisia offre questo regime anche agli ex lavoratori del pubblico impiego che percepiscono pensioni ex Inpdap.
Sono pochissimi, infatti, gli Stati che permettono agevolazioni fiscali anche per gli ex dipendenti pubblici in pensione.

In pratica chi trasferisce la propria pensione in Tunisia viene tassato solo sul 20% della stessa con le seguenti aliquote fiscali :
Redditi fino a 5.000 dinari tunisini (pari a circa 1.550 euro) tasse ZERO
Redditi da 5.000 a 20.000 dinari tunisini (da 1.550 a 6.200 euro) aliquota 26%.
Omettiamo le altre fasce di reddito che arrivano fino al 35% per scarso interesse dei pensionati italiani.
Quindi chi ha una pensione italiana oltre i 1.550 euro paga le tasse solo sul 20% con aliquota 26% ed in pratica con una pensione lorda di 2.000 euro si paga il 26% sul 20% ossia solo 104 euro.
Se fosse timasto in Italia con una pensione lorda di 2.000 euro ossia 26.000 annui avrebbe pagato imposte lorde per circa 6.420 euro (15.000 x 0,23 + 11.000 x 0,27)
(Aliquota IRPEF 23% fino a 15.000 euro poi 27% oltre 15.000 fino a 28.000) meno le detrazioni e deduzioni ammesse per familiari a carico, spese mediche, interessi passivi ecc.. che mediamente possono anche superare i 3.000 euro annui e quindi la tassazione effettiva scende a circa 3.420 euro ossia circa 260 euro al mese.

Come si vede il risparmio per redditi da pensione di 2.000 euro lordi si aggira sui 156 euro mensili che però si può ottenere solo con rigide procedure a partire da domanda specifica all’INPS con relativi moduli, trasferimento anagrafico in Tunisia con fitto di una casa (non meno di 400 euro al mese per una casa decente) e rigide procedure di controllo continuo da parte delle autorità tunisine.

Non crediamo ne valga la pena per pensioni entro i 2.000 euro mensili, considerato che il costo della vita in Tunisia è di poco inferiore a quello in Italia ma le limitazioni culturali e religiose sono notevoli.
Recentemente poi la legge finanziaria per l’anno fiscale 2022 prevede che lo Stato tasserà ora il 5% qualsiasi transazione in contanti superiore a 3.000 dinari ossia 930 euro al cambio di 1 dinaro a 0.31 euro.
Ciò equivale ad una tassazione suppletiva del 5%.

PENSIONE IN MADAGASCAR: LE PENSIONI ESTERE. IL CASO DEL PORTOGALLO

Dopo la Tunisia esaminiamo il trasferimento da pensionato in Portogallo.
Oltre 7mila italiani tra i 60 e i 65 anni, hanno deciso di trasferire la propria residenza in Portogallo. Si tratta del secondo Paese con il maggior numero di pensionati italiani, dopo Malta, che detiene il primato.

Trasferirsi in Portogallo, ed effettuare il corretto trasferimento da un punto di vista fiscale è il punto di partenza per poter godere del beneficio di ottenere la tassazione al 10% per 10 anni.

Tuttavia, le pensioni ex Inpdap derivanti dallo svolgimento di pubbliche funzioni – comprese le autorità locali, l’esercito, la polizia, l’insegnamento, etc – restano sempre tassabili in Italia (in modo ordinario) e non in Portogallo, quindi non rientrano nel regime di detassazione che interessa solo le pensioni private INPS.

Le sedi INPS controllano attraverso l’elenco AIRE l’effettiva iscrizione del pensionato e per questo motivo i tempi di attesa arrivano anche a 180 giorni e solo in seguito l’INPS accredita la pensione lorda. Successivamente può essere presentata alla sede INPS di Pescara la richiesta per gli arretrati.

Il vantaggio fiscale per una pensione INPS di 2.000 euro lordi in Italia può arrivare a qualche centinaio di euro al mese per un periodo di 10 anni e poi cessa, ma si teme possa finire anche prima se l’Europa interviene per limitare questa disparità di trattamento in Europa.

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PENSIONE IN MADAGASCAR: LE PENSIONI ESTERE. IL CASO DI MALTA

Malta è una destinazione piuttosto attraente per i ricchi pensionati italiani che cercano un risparmio fiscale senza dover allontanarsi troppo dall’Italia; infatti Malta è vicina all’Italia non solo geograficamente poiché si parla quasi ovunque italiano, anche se la lingua ufficiale è l’Inglese e pure le abitudini e stile di vita sono molto simili a quelli della Sicilia.

Tuttavia trasferire la residenza a Malta, ottenere la defiscalizzazione della pensione italiana INPS (non ex INPDAP) e pagare in loco le tasse può convenire solo per pensioni elevate.

L’ordinamento maltese applica un’aliquota fiscale fissa del 15% al reddito estero ricevuto a Malta, a condizione però che si versi una imposta minima annuale di € 7.500 per il beneficiario e di € 500 per ciascun soggetto a carico (se presente). Sostanzialmente, dunque, l’operazione è conveniente soprattutto per pensioni superiori almeno a 50mila euro annui (7.500/0,15) in quanto altrimenti l’imposizione fiscale risulterebbe complessivamente superiore al 15% per la presenza del suddetto minimale.
Il richiedente deve inoltre aver acquistato un immobile a Malta a partire dal 1° luglio 2013, per un valore non inferiore a € 275.000 (€ 220.000 se l’immobile è situato a Gozo, o nel sud di Malta), o affittare un immobile a Malta per non meno di € 9.600 l’anno (€ 8.750 l’anno se l’immobile è situato a Gozo).

PENSIONE IN MADAGASCAR: I VANTAGGI PER I PENSIONATI IN MADAGASCAR

Vivere in pensione Madagascar. Dopo questa carrellata di Paesi ove possibile ricevere vantaggi fiscali da detassazione della pensione italiana esaminiamo i grandi vantaggi che il Madagascar offre ai pensionati che decidano di vivere qui per sempre oppure solo 6 mesi l’anno quando in Italia fa freddo. Valutiamo il vivere in Madagascar pro e contro. Quanto serve per vivere in Madagascar? Come si vive a Madagascar?

Il Madagascar ha il costo della vita più basso al mondo ma anche un clima magnifico gradevole tutto l’anno e non fa mai freddo.

Già con una pensione minima, anche inferiore a 1.000 euro mensili con cui in Italia si fa la fame in Madagascar si vive moltho bene dato che si può affittare una casa nella Capitale o al mare già con circa 150 ruro al mese (‘equivalenti a 675.000 ariary) e una o due persone possono mangiare con 10-15 euro al giorno (equivalenti a 45.000 – 67.500 ariary).

Quanto costa vivere in Madagascar? Assumere una cameriera fulltime oppure un guardiano/uomo di fatica costa il salario legale di 200.000 ariary senza alcuna tredicesima mensilità qui non richiesta, e oneri contributivi e previdenziali di pochi euro al mese. Non serve riscaldamento e la corrente elettrica per una piccola abitazione non supera i 10-15 euro al mese.

Inoltre non è necessario trasferire qui la propria pensione, che potrà restare in Italia, essendo il vantaggio prioritario legato non alla detassazione, ma al bassissimo costo della vita.

Con pochi soldi, anche 150 euro al mese, si trova una casa bivani in locazione, dappertutto ed anche al mare, e le relative spese per gestirla sono altrettanto contenute, a partire da una cameriera a tempo pieno a circa 44 euro al mese, ai consumi di elettricità ed acqua anche a soli 10-20 euro al mese e nei luoghi dove l’elettricità non arriva si può istallare uno o più pannelli solari dato che il sole non manca mai !
Un sistema di pannelli solari fino a 1kw, che è sufficiente per l’illuminazione ed anche per un frigo oltre alla TV ed agli altri utensili domestici: non costa più di 1.000-1.500 euro e poi non si spende più nulla per 20-25 anni !
Il costo degli alimentari è ugualmente basso a partire da riso e legumi secchi e freschi da 1.000 a 3.000 ariary che al cambio di 4.500 ariary per euro sono equivalenti da 5 a 65 centesimi di euro.
Anche gasolio e benzina costano poco da 3400 a 4100 ariary ossia da 75 a 91 centesimi di euro e si trovano auto in decenti condizioni magari datate, tipo Renault 4 anche a 1000 euro, ma anche vetture molto più recenti a cifre inferiori ai 5.000 euro ed i meccanici per eventuali riparazioni sono molto economici, infinitamente meno che in Italia.

In definitiva, anche con una pensione bassa, con la quale in Italia non si riuscirebbe a vivere, in Madagascar si riesce a fare una vita sicuramente più dignitosa. Naturalmente con una pensione superiore si vive ancora meglio considerando che la retribuzione di un dirigente pubblico non supera i 500-600 euro e l’appannaggio mensile del Presidente della Repubblica è di circa 2.000 euro mentre un’operaio neoassunto o una cameriera a tempo pieno ha la retribuzione minima legale di 44 euro come già detto.

PENSIONE IN MADAGASCAR: IL COSTO DELLA VITA

Costo della Vita in Madagascar 2023

Voce Prezzo in Euro (€)
Affitto Appartamento (1 camera, Centro città) 150-300 €
Affitto Appartamento (1 camera, Fuori dal centro) 100-150 €
Affitto Appartamento (3 camere, Centro città) 400-700 €
Affitto Appartamento (3 camere, Fuori dal centro) 250-500 €
Spese mensili per elettricità, riscaldamento, acqua 10-20 €
Pranzo in ristorante economico 3-5 €
Pranzo in ristorante di fascia media (per 2 persone) 15-25 €
Spesa mensile alimentare (base) 50-100 €
Benzina (1 litro) 0,80-1 €
Salario medio netto mensile 150-200 €

PENSIONE IN MADAGASCAR: L’ASSISTENZA SANITARIA

Riguardo l’assistenza sanitaria in Madagascar: è gratuita a livello di pronto soccorso e di medicina di base, attraverso i Centri Sanitari di Base su ogni Comune, mentre i ricoveri ospedalieri non sono gratuiti, ma hanno un costo equivalente ai ticket in Italia se ci si iscrive ad una AMIT dopo aver assunto almeno un dipendente (in modo da dare a lui l’assistenza sanitaria e, per estensione, anche a sé stessi) con circa 5 euro al mese

Per gravi necessità vale la tessera sanitaria italiana nelle isole francesi come Reunion (territorio d’oltremare francese, quindi dell’EU) a poco più di un’ora di volo dal Madagascar.

Per diventare residenti qui da pensionati vi è ovviamente una procedura burocratica, che siamo tranquillamente in grado di espletare per conto di quei pensionati interessati a trascorrere una nuova, e felice, vita in Madagascar.

Senza la residenza non è possibile restare in Madagascar oltre 90 giorni e non si può affittare una casa, ma bisogna vivere in hotel, e non è possibile neppure aprire un conto corrente o acquistare un’auto.

Vivere da pensionati in Madagascar è molto meglio che in altri Paesi stranieri, che attirano con illusioni di detassazione fiscale, come la Tunisia dove però il costo della vita è molto simile all’Italia, il clima politico e la sicurezza sono instabili e le libertà compresse dalla religine dominante, o come nei Paesi dell’Est dove fa sempre molto freddo.

PENSIONE IN MADAGASCAR: LE CONCLUSIONI

In definitiva il trasferirsi a vivere da pensionati in Madagascar pare essere un’ottima soluzione per i pensionati a basso/medi reddito, fino a € 2.000,00 mese, mentre per i pensionati ad alto reddito possono essere convenienti scelte alternative come la Repubblica di San Marino, o la Grecia.

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Autore. Studio Legale Internazionale Bertaggia – Titolo PENSIONE IN MADAGASCAR, in www.avvocatobertaggia.org

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Articolo aggiornato al 14 Settembre 2024

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