Carte credito utilizzo abusivo, possesso in mala fede, dimostrazione

CARTE CREDITO UTILIZZO ABUSIVO, POSSESSO IN MALA FEDE, DIMOSTRAZIONE

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Carte credito utilizzo abusivo. In ambito di utilizzo improprio di carte di credito è essenziale dimostrare la mala fede dell’utilizzatore: così dispone la Suprema Corte, con una sentenza che merita una giusta valutazione. Articolo a cura dello Studio Legale Internazionale Bertaggia di Ferrara

Vediamola: Cassazione penale sez. II 04 luglio 2012 n. 26613:Ai fini della configurabilità del reato di indebito utilizzo di carte di credito o di pagamento di cui all’art. 12 d.l. 3 maggio 1991 n. 143, conv. dalla l. 5 luglio 1991 n. 197 (ora, art. 55, comma 9, d.lg. 21 novembre 2007 n. 231), nell’ipotesi in cui la carta di credito sia nominativa è evidente che l’indebito utilizzo sussiste tutte le volte che la carta sia usata da chi non ne sia titolare (salvo il consenso dell’avente diritto); mentre, nei casi in cui la carta sia al portatore (come nell’ipotesi della carta ricaricabile Viacard), per la quale la titolarità si acquista con il possesso in buona fede, ai sensi dell’art. 1153 c.c., per poter sostenere l’indebito utilizzo occorre la dimostrazione che il soggetto abbia fatto uso della carta con la consapevolezza di non esserne titolare

Ciò sta a significare che per la configurazione del reato di utilizzo abusivo di carta di credito, in caso di carta al portatore e non nominativa, è necessario dimostrare il possesso in mala fede dell’utilizzatore (nella specie, l’imputato aveva utilizzato una tessera Viacard facente parte di uno stock di carte prepagate di cui era stato denunziato il furto. Pertanto, a detta della Corte, l’accertamento dell’eventuale buona fede dell’utilizzatore assumeva valore determinante per integrare l’elemento oggettivo, ovvero l’uso da parte di non titolare, e soggettivo del reato, ovvero la volontà di utilizzare la carta con la consapevolezza di non esserne titolare).

Infatti nell’ipotesi in cui la carta di credito sia nominativa, è evidente che l’indebito utilizzo sussiste tutte le volte che la carta sia usata da chi non ne sia titolare (salvo il consenso dell’avente diritto). Più delicato è l’accertamento della responsabilità per l’indebito utilizzo in tutti i casi in cui la carta di credito sia al portatore, come nell’ipotesi delle carte ricaricabili “Viacard”, delle quali la titolarità si acquista con il possesso in buona fede, ai sensi dell’art. 1153 c.c..

Nel caso di specie, la tessera adoperata dal prevenuto faceva parte di uno stock di carte prepagate di cui era stato denunziato il furto.

Pertanto l’accertamento dell’eventuale buona fede dell’utilizzatore assume valore determinante per integrare l’elemento oggettivo (uso da parte di non titolare) e soggettivo del reato (volontà di utilizzare la carta con la consapevolezza di non essendone titolare).

Orbene a causa della pronunzia di assoluzione dell’imputato dal reato di ricettazione della tessera Viacard, non è possibile inferire che egli utilizzò la tessera con la consapevolezza di non esserne titolare, dato il regime di circolazione al portatore della carta.

Nel caso di specie la Corte ha escluso che il prevenuto abbia fornito la prova di aver conseguito un legittimo titolo per il possesso del bene, senza tuttavia soffermarsi a valutare la sussistenza dell’elemento soggettivo in testa all’agente.

Di conseguenza la sentenza impugnata deve essere annullata senza rinvio perchè il fatto non costituisce reato, per difetto dell’elemento soggettivo in capo all’agente.

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Articolo aggiornato al 26/05/2021

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